L’Italia de La Ragione

La “rivoluzione” di Elon Musk di riscrivere tutte le regole così come le abbiamo conosciute fino ad oggi passa anche per Twitter. Il canale ideale per una rivoluzione sperimentale sul campo e per il suo enorme potere politico.

Mai come adesso è importante che l’Italia prenda una posizione netta alla luce dei nuovi scenari geopolitici, con la Russia che parla di terza guerra mondiale e una Cina troppo ambigua. La nostra vocazione deve essere atlantista ed europeista, ne va del nostro futuro.

La morte di Samantha Migliore che si è fatta iniettare del silicone in casa apre una riflessione sul ruolo dei medici estetici e di come alcuni di questi raccontino la bellezza sui social in modo troppo “spinto”.

Le presidenziali francesi ci dicono che il progetto sovranista non è scampato. Anche in Italia serve tenere alta l’attenzione perché Putin, dopo aver perso la scommessa francese, ora volgerà lo sguardo verso di noi.

Liberalizzare un contraccettivo di emergenza non risolve la voragine legislativa del libero accesso all’assistenza medica da parte degli adolescenti, né la mancata educazione sessuale nelle famiglie e nelle scuole.

Oggi che si celebra il 25 aprile 1945 come se fosse un 25 dicembre, ovvero un Natale delle libertà. Forse è il caso di interrogarsi sulla storia degli italiani più che dell’Italia.

La terribile guerra che insanguinò l’Italia dal 1943 al 1945, paradossalmente, è tra le realtà meno studiate a scuola. Il più grande lascito del 25 aprile dovrebbe essere l’approdo a una visione condivisa, a cominciare dalle responsabilità storiche del nostro Paese.

Soprattutto in questa giornata, è giusto riflettere sul significato della parola ‘libertà’. Siamo cresciuti dando per scontato cose per le quali chi è venuto prima di noi ha dovuto lottare. Ma non lo sono affatto.

L’Italia è un Paese che trascura una memoria condivisa, a confermarlo è il 25 aprile: quella che dovrebbe essere la ricorrenza più unitaria è da sempre una data divisiva.

Nel 1945, grazie alla sponda atlantica, vinse l’Italia più bella, aperta, capace di rincorrere la ricchezza senza barattarla con la dignità e la libertà.

La differenza con la Resistenza degli ucraini? Da noi fu soprattutto una guerra civile tra fratelli, vecchi amici, compagni di giochi all’oratorio.

Domani, 25 Aprile, festa della Liberazione. Mario Rigoni Stern, testimone dell’immane tragedia della ritirata dell’armata italiana in Russia e autore di Libri che raccontano l’ orrore e il valore inalienabile della pietà umana.