L’Italia de La Ragione

In un mondo globalizzato, per fermare la pandemia, non si può pensare solo di donare vaccini ai Paesi più bisognosi (peraltro sono solo 261 milioni le dosi donate donati rispetto all’1,8 miliardi promesse). Serve consentire anche la produzione in loco.

Stando a un sondaggio, oltre la metà degli europei è convinta che ci siano troppi immigrati. Alla domanda se questi costituiscano una minaccia per l’identità europea, la maggioranza risponde di no. E’ da quest’ultimo dato che dovrebbe partire la politica UE sull’immigrazione.

Le nuove misure per contenere i contagi, varate dal governo il 23 dicembre, potrebbero non essere sufficienti. Ma è bene ricordare che è grazie all’impegno di tutti che abbiamo potuto permetterci un Natale relativamente normale. Non resta che spingere al massimo per le terze dosi.

Viola, una bambina di soli sei anni, scopre dalla maestra che Babbo Natale non esiste. La mamma Lucia non sa come gestire la situazione, così decide di scrivere nella chat della classe.

Flavio Briatore vorrebbe far rivivere i sapori e le atmosfere de “la dolce vita” che fecero celebre via Veneto, aprendo proprio lì una delle sue pizzerie di lusso. L’intento è nobile ma serve guardare al futuro, anche perché oggi mancano personaggi capaci di incantare come allora.

Mai si era visto chiedere così insistentemente un bis al Capo dello Stato, cosa che accade ormai anche al di fuori delle sedi istituzionali. Questo dovrebbe spingere le forze politiche a non farsi trovare impreparate il giorno del voto. E invece le idee appaiono ancora piuttosto confuse.

La produzione cinematografica destinata ai più piccoli propone una sfilza di eroine e quasi mai personaggi maschili dai poteri magici, capaci di cose straordinarie. E la ragione non è assolutamente dettata dal caso

Verrebbe voglia di gridare al miracolo, commentando la storia del piccolo prematuro (370 g appena) salvato dai medici del Policlinico di Milano, ma questa è soprattutto una storia di ordinaria professionalità. Una categoria che vive momenti complicati e andrebbe sostenuta, non combattuta.

Quest’anno Babbo Natale dovrebbe portare in dono un pizzico di memoria in più, soprattutto alla classe politica che racconta la storia che vuole, molto spesso pronunciando balle colossali. Ricordando a tutti che non esistono solo diritti ma anche doveri da adempiere.

Il silenzio, è questo il vero valore da promuovere a Natale per rispondere a quel frastuono che scaturisce da cruenti fatti di cronaca, che vanno oltre l’umana comprensione.

Come ogni Natale torna centrale il dibattito sulla povertà, da combattere sì ma anche un valore da promuovere per la Chiesa.  Il consumismo viene visto sovente come il male ma non è detto che anche nello fare shopping non si possa essere spirituali

Le ultime decisioni per contrastare la pandemia non sorprendono. Ma, a prescindere, sarà solo la responsabilità del singolo a fare la differenza, soprattutto nei prossimi mesi quando capiremo l’impatto che avrà il diffondersi di Omicron.