Cosa sta succedendo in Russia: “Prigozhin ha tentato il tutto per tutto”
Cosa sta succedendo in Russia: “Prigozhin ha tentato il tutto e per tutto come in una partita di poker”, le parole di Marco Di Liddo
| Esteri
Cosa sta succedendo in Russia: “Prigozhin ha tentato il tutto per tutto”
Cosa sta succedendo in Russia: “Prigozhin ha tentato il tutto e per tutto come in una partita di poker”, le parole di Marco Di Liddo
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Cosa sta succedendo in Russia: “Prigozhin ha tentato il tutto e per tutto come in una partita di poker”, le parole di Marco Di Liddo
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Cosa sta succedendo in Russia: “Prigozhin ha tentato il tutto e per tutto come in una partita di poker”, le parole di Marco Di Liddo
«Il capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha deciso di giocare il tutto e per tutto, in un momento in cui si è trovato di fronte ad una scelta: o essere ridimensionato o rilanciare, come in una dolorosissima e pericolosissima partita di poker». Così Marco Di Liddo, analista responsabile del desk sulla Russia del CeSI, Centro Studi Internazionali.
La tensione, infatti, era già alta e la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe stata la decisione, presa a inizio giugno dal ministero della Difesa russo, con l’avallo del presidente Vladimir Putin, di obbligare le compagnie militari private come la Wagner a sottoscrivere un contratto con il Ministero stesso. «Questo avrebbe sancito la subordinazione della Wagner Group a Mosca, ridimensionando se non sepolto le ambizioni politiche ed economiche di Prigozhin. In questo modo Putin andava incontro alle richieste e pressioni delle forze armate regolari, che ormai non sopportavano più il comportamento della Wagner. Quindi il suo leader ha prima rifiutato di sottoscrivere questo accordo, poi ha deciso di rischiare il tutto e per tutto, facendo un calcolo militare – spiega Di Liddo – Teniamo presente che la parte migliore delle forze armate russe si trova impegnata sul fronte ucraino e quindi un colpo di stato avrebbe incontrato una resistenza meno strutturata».
Ma chi ne potrebbe giovare, fuori dai confini russi? «Tutto dipende da chi, eventualmente, ne prenderebbe il posto. Se fosse Prigozhin, si tratta di un uomo che ha posizioni più estremiste dello stesso Putin, quindi potrebbe prendere decisioni di lungo periodo persino peggiori di quelle del leader del Cremlino. Se, invece, a succedere al presidente russo fosse un comitato di più persone, una sorta di “consiglio” collegiale, allora questo potrebbe stemperare le parti più oltranziste del fronte politico e militare russo». Le ricadute internazionali, comunque, sarebbero molto forti, a seconda di chi «riuscirebbe a ereditare lo scettro di Putin: una Russia presa da convulsioni interne legate a questo tentativo di colpo di Stato avvantaggerebbe innanzitutto la resistenza ucraina – spiega l’analista – che potrebbe approfittare della confusione dei soldati al fronte. In secondo luogo avvantaggerebbe tutti quei Paesi che potrebbero “cannibalizzare” una Russia indebolita. Pensiamo, ad esempio, alla Cina e agli Stati Uniti, che potrebbero avvicinarsi a Mosca come se fosse un grande centro commerciale che sta effettuando una svendita totale».
Difficile, però, capire come sia realmente la situazione, dal momento che le notizie arrivano principalmente dai canali social come Telegram e da fonti ufficiali russe che smentiscono, ad esempio, la possibilità di fuga del capo del Cremlino, Vladimir Putin. Non si esclude neppure una certa disinformazione, che però potrebbe essere sia opera “esterna”, sia “interna”, dunque russa per ricompattare il Paese: «In questo caso non è detto che lo scopo sia raggiunto, anzi. A quanto pare Rostov è caduta nelle mani della Wagner praticamente senza colpo ferire e la stessa avanzata verso Mosca sta vedendo solo poche azioni di contro i mercenari, ad opera dell’aviazione russa, ma la popolazione non è scesa in piazza contro la Wagner. Si sospetta, al contrario, qualche diserzione: l’idea di una maxi operazione per ricompattare il fronte è poco probabile e si dice che l’aereo presidenziale russo stia cercando un possibile porto di approdo, quindi c’è molto nervosismo e preoccupazione al Cremlino per quanto sta accadendo», conclude Di Liddo.
di Eleonora Lorusso
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