L’alternativa a entrare con il pass non è entrare senza, è chiudere. Chi si oppone a che il pass abbia quel valore non è un libertario ma un ripiccoso sottrattore di libertà. E veniamo ai vaccini, all’obbligare o meno.
Anziché un’oziosa discussione paraideologica, con spreco d’aggettivazione liberale, c’è una ragione per cui non possono essere obbligatori, come obbligatori sono altri vaccini (evviva): non ne abbiamo abbastanza.
Non si può obbligare a fare una cosa impossibile. Al tempo stesso, però, posso obbligare chi lavora a contatto con anziani o malati a vaccinarsi, perché a quelle categorie riservo la precedenza e perché la loro libertà di scelta non può divenire morte per altri. Chi vaneggia di incostituzionalità farebbe bene a tornare agli studi (ammesso li abbia mai fatti).
Se si è liberi di non vaccinarsi, si è anche liberi di avversare i vaccini in sé? Certo. Se andate per strade e piazze trovate banchetti ove si legge la mano o si fanno i tarocchi. E non si vede perché proibirli, considerato che fior di quotidiani pubblicano gli oroscopi. Però ci si deve dare una calmata, perché sostenere che chi è per i vaccini vuole uccidere la libertà ed è al servizio delle case farmaceutiche è un linguaggio violento che manifesta un forte squilibrio morale.
Come, del resto, sostenere che chi non si vaccina vuol sterminare l’umanità. È più semplice: offrire il vaccino a tutti (non appena possibile), offrire gratis i tamponi a quelli che lo desiderano e ancora lo attendono (soprattutto giovani), tenere gli altri lontani dai luoghi pubblici chiusi o affollati oppure, se vogliono entrare, che si paghino il tampone.
Liberi di buttare via soldi e salute. Nel caso contraggano il virus saranno soccorsi, ovvio, ma con pagamento di un ticket renitenza.
Infine, prendiamone atto: dietro il rifiuto non medicalmente motivato del vaccino non c’è la luminescenza della libertà ma il buio del pregiudizio antiscientifico, travestito da ribellismo antistatale. È possibile esista perché non siamo mai stati tanto in salute e tanto longevi, sicché ci si permette il rincitrullimento.
Nel 1973, a Napoli, in pieno colera, si manifestava in piazza reclamando i vaccini. Da piccolo ho avuto morbillo, varicella e orecchioni, i nostri figli no. Indovinate perché. Ho fatto il vaccino antipoliomielite con ragazzini di due o tre anni più grandi storpiati. E dal 1957 al 1962 era sperimentale, quale non è l’odierno vaccino Covid. Le idee siano sempre libere, ma si ponga un antitrust alle cretinate.
Di Davide Giacalone
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