Life On Mars compie 50 anni, un capolavoro figlio della TV
La storia dietro il brano senza tempo di David Bowie, il pianoforte dei Beatles, la sua sfida personale con Frank Sinatra dopo essersi fatto sfuggire “My Way”.
Life On Mars compie 50 anni, un capolavoro figlio della TV
La storia dietro il brano senza tempo di David Bowie, il pianoforte dei Beatles, la sua sfida personale con Frank Sinatra dopo essersi fatto sfuggire “My Way”.
Life On Mars compie 50 anni, un capolavoro figlio della TV
La storia dietro il brano senza tempo di David Bowie, il pianoforte dei Beatles, la sua sfida personale con Frank Sinatra dopo essersi fatto sfuggire “My Way”.
La storia dietro il brano senza tempo di David Bowie, il pianoforte dei Beatles, la sua sfida personale con Frank Sinatra dopo essersi fatto sfuggire “My Way”.
Sono pochi gli artisti in grado di fare del cambiamento, della ricerca, una delle proprie cifre stilistiche portanti. David Bowie è stato sicuramente tra questi, capace fino all’ultimo di stupire e di reinventarsi. Scorrendo la sua discografia è un continuo imbattersi in brani iconici che hanno segnato le varie fasi della sua carriera, cantati da generazioni di fan in tutto il mondo.
Una canzone in particolare quest’anno compie 50 anni ed è tra quelle dalla storia più incredibile: Life on Mars.
Per scoprirne la genesi bisogna risalire fino al 1968. In quel periodo Bowie era un giovane cantautore emergente con alle spalle un primo album solista e alcune esperienze passate in diverse band ma nulla di particolarmente entusiasmante. Era ancora in piena ricerca di quella scintilla, di quella magia, che accendesse il suo fuoco creativo.
L’origine
Come all’epoca spesso capitava, la casa discografica gli chiese di scrivere alcuni testi in inglese per canzoni straniere e Bowie, desideroso di mettersi in gioco e sperimentare, accettò di buon grado. Tra quelle canzoni vi era anche un brano francese del 1967 intitolato “Comme d’habitude” che Bowie riadattò con il titolo di “Even a Fool Learns to Love” mandandolo all’editore senza troppe speranze. “Ho scritto dei testi davvero terribili. L’ho rispedito indietro e ho pensato che sarebbe stata l’ultima volta che ne avrei sentito parlare”. Ma non fu così. Solo qualche mese più tardi Paul Anka aveva acquistato i diritti del brano e scritto un nuovo testo consegnandolo nelle mani di Frank Sinatra per quella che sarebbe diventato uno dei suoi più grandi successi: “My way”. Fu sentendolo alla radio che Bowie riconobbe quel brano a cui aveva lavorato anche lui e ne rimase particolarmente scosso. Divenne da lì a breve quasi una questione personale: se Sinatra era riuscito a tirarne fuori un capolavoro, lui sarebbe riuscito a fare di meglio.Life on Mars
In tanti hanno provato a decodificare il testo di “Life on mars”, a trovare un senso unitario dietro quei riferimenti che spaziano da Lennon a Mickey Mouse. Forse come raccontava lo stesso Bowie, l’unico elemento di collegamento è da rintracciarsi nell’idea di un susseguirsi di diversi programmi televisivi in uno zapping forsennato come tentativo di fuga dalla vita della giovane protagonista. Ma in fondo parte del fascino del brano consiste proprio in questa sua enigmaticità, che traspare in parte anche nell’arrangiamento. Il brano fu registrato nell’agosto del 1971 con quei musicisti che sarebbero poi diventati membri fissi degli Spiders from Mars, la band spalla di di Ziggy Stardust, il primo grande alterego di Bowie.Il contributo di Rick Wakeman
C’era però un membro esterno di spicco in quella sessione di registrazione, che curò anche parte dell’arrangiamento di piano del brano: Rick Wakeman, leggendario tastierista degli Yes. Che il suo tocco, il suo approccio al brano, abbiano dato alla canzone quel qualcosa in più, in quella malinconia che ne è un tratto fondamentale, è indubbio. In pochi sanno che il pianoforte su cui Wakeman suonò in quelle sessioni di registrazioni era lo stesso su cui i Beatles avevano suonato “Hey Jude”. Lo stesso Wakeman parlando del brano disse: “Ricordo di aver lasciato lo studio e di aver detto a un paio di amici che ho incontrato quella sera in un pub che avevo appena suonato sulla migliore canzone su cui avessi mai avuto il privilegio di lavorare” Life on Mars rientrò nella tracklist dell’album “Hunky Dory” che uscì nel dicembre del 1971, ma fu solo nel 1973, anno in cui fu scelta come singolo, che ebbe la sua definitiva consacrazione sull’onda del successo della “Ziggymania”. Ancora oggi, nell’epoca dei viaggi spaziali e nelle missioni su Marte, questo brano di Bowie riesce ad essere una colonna sonora perfetta e una fonte d’ispirazione per i giovani musicisti. di Federico ArduiniLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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Tag: musica
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