La parrocchia dell’oratorio dove aveva iniziato a palleggiare i primi palloni, l’alba della sua breve e intensa cartiera da pallavolista.
La cornice dell’ultima saluto alla giovane Julia Ituma non poteva che essere la chiesa di San Filippo Neri, a Milano. Tantissime le persone giunte nel quartiere Bovisasca, aspettando il feretro della 18 enne pallavolista che, secondo la polizia turca, si sarebbe suicidata lanciandosi dal sesto piano dell’hotel di Istanbul dove alloggiava con la sua Igor Novara per le semifinali di ritorno di Champions League.
Ancora non sono chiari i contorni di questa tragica vicenda, ma la vicinanza delle persone qui presenti per la giovane ragazza racconta quanto di buono abbia fatto nella sua vita.
“Era una ragazza forte“, ricorda Aurora Cannone che da giovanissima ha giocato insieme a Julia.
Era una delle più grandi promessa della pallavolo. “Non bisogna vergognarsi di dire “ho paura del buio“, ha detto il parroco celebrando la messa. Forse è quello che è mancato a questa giovane vita, spezzata troppo presto.
di Giovanni Palmisano
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