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Il Parlamento europeo approva l’AI Act

Un voto storico: dopo due anni di lavoro il Parlamento europeo ha dato ieri il via libera all’AI Act, la prima legge al mondo sull’intelligenza artificiale

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Il Parlamento europeo approva l’AI Act

Un voto storico: dopo due anni di lavoro il Parlamento europeo ha dato ieri il via libera all’AI Act, la prima legge al mondo sull’intelligenza artificiale

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Il Parlamento europeo approva l’AI Act

Un voto storico: dopo due anni di lavoro il Parlamento europeo ha dato ieri il via libera all’AI Act, la prima legge al mondo sull’intelligenza artificiale

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Un voto storico: dopo due anni di lavoro il Parlamento europeo ha dato ieri il via libera all’AI Act, la prima legge al mondo sull’intelligenza artificiale

Dopo due anni di lavoro il Parlamento europeo ha dato ieri il via libera all’AI Act, la legge sull’intelligenza artificiale frutto dell’accordo raggiunto con gli Stati membri nel dicembre 2023. Un voto storico, che rappresenta la prima legislazione mondiale in materia di intelligenza artificiale «volta a ridurre i rischi, aumentare le opportunità e combattere le discriminazioni», come ha sottolineato in conferenza stampa Brando Benifei, co-relatore dell’AI Act e capodelegazione Pd. «Dovremo ora accompagnare le aziende a conformarsi alle regole prima che entrino in vigore. Siamo riusciti a mettere gli esseri umani e i valori europei al centro dello sviluppo dell’intelligenza artificiale» ha aggiunto.

Fra i principali punti fissati dal Parlamento Ue spiccano l’obbligo di etichettare chiaramente i deepfake come tali, la messa al bando dei sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili, l’estrapolazione indiscriminata di immagini facciali nonché la necessità che i sistemi di AI soddisfino determinati requisiti di trasparenza e rispettino le norme Ue sul diritto d’autore durante le fasi di addestramento degli algoritmi. Enzo Mazza, ceo di Fimi, ha commentato da Strasburgo: «Si tratta di un passaggio storico che dimostra ancora una volta, dopo la Direttiva Copyright, come l’Europa sia all’avanguardia nel regolamentare l’innovazione evitando il Far West. Ora l’Italia, che guida il G7, ha l’opportunità di spingere per un accordo globale».

di Federico Arduini

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