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mamma Piave

Il silenzio e la pietas

Un caso di cronaca come quello della mamma morta con la figlioletta nel greto del fiume Piave si può commentare solo con il silenzio

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Il silenzio e la pietas

Un caso di cronaca come quello della mamma morta con la figlioletta nel greto del fiume Piave si può commentare solo con il silenzio

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Il silenzio e la pietas

Un caso di cronaca come quello della mamma morta con la figlioletta nel greto del fiume Piave si può commentare solo con il silenzio

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Un caso di cronaca come quello della mamma morta con la figlioletta nel greto del fiume Piave si può commentare solo con il silenzio

Un caso di cronaca come quello della mamma morta con la figlioletta nel greto del fiume Piave si può commentare solo con il silenzio. Con la presa di coscienza di quanto l’animo umano sia insondabile, i conflitti interiori delle persone totalmente imprevedibili. A volte sconvolgenti nella loro profondità.

Ancor più quando sfuggiti del tutto all’osservazione di chi vive a un passo e magari coltiva l’illusione di sapere tutto o quasi di una persona. Fino a che…
Quanto aveva ragione Robin Williams: “Tutti quelli che incontri stanno combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre.”

Restano il silenzio e la pietas innanzitutto. Anche l’umanissima angoscia che si prova – lungi da noi lasciarci andare ad analisi o tanto meno diagnosi per cui non siamo né formati né titolati – davanti allo spettro della depressione. Questo stato dell’animo subdolo e distruttivo che ti consuma giorno dopo giorno, lasciandoti senza riferimenti, senza qualcosa per cui apparentemente valga la pena lottare o semplicemente affrontare un altro risveglio.

E allora solo raccoglimento e partecipazione al dolore, perché anche questo è un modo per ricordare. Per far sì che non si esaurisca tutto e sempre solo in una pagina di cronaca.

Viviamo tempi molto rumorosi, le persone fanno di tutto per farsi notare, ascoltare, guardare. Si parla poco a bassa voce e a volte si perde in modo sconfortante il senso della misura. Questa storia così difficile anche solo da leggere ci obbliga a riscoprire quel po’ di rispettoso silenzio che a tratti sembriamo aver completamente smarrito.

di Fulvio Giuliani

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