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La politica internazionale

Crinale, il peso della politica internazionale

La politica internazionale ha sempre avuto un peso enorme in quella nazionale. Ciò che succede fuori dall’Unione Europea si ripercuote su quel che è necessario fare dentro
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Crinale, il peso della politica internazionale

La politica internazionale ha sempre avuto un peso enorme in quella nazionale. Ciò che succede fuori dall’Unione Europea si ripercuote su quel che è necessario fare dentro
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Crinale, il peso della politica internazionale

La politica internazionale ha sempre avuto un peso enorme in quella nazionale. Ciò che succede fuori dall’Unione Europea si ripercuote su quel che è necessario fare dentro
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La politica internazionale ha sempre avuto un peso enorme in quella nazionale. Ciò che succede fuori dall’Unione Europea si ripercuote su quel che è necessario fare dentro
Quel che succede fuori dai confini dell’Unione europea si ripercuote su quel che è necessario fare dentro, il che genera conseguenze nella politica di ciascun Paese. La politica internazionale, del resto, ha sempre avuto un peso enorme in quella nazionale. Dovremmo ricordarcene, visto che quel riflesso ha a lungo tenuto l’Europa divisa e in Italia ne assaggiammo anche il frutto terrorista. Da più parti si ragiona sul fatto che gli esiti delle elezioni in Spagna e Polonia, ma ancor più le scelte politiche compiute dall’Ungheria, comportano la rottura delle alleanze su cui aveva puntato la destra di Fratelli d’Italia. Scavando un solco ancora più profondo con la destra della Lega. Si ritiene che quegli accadimenti spingano Giorgia Meloni verso l’appoggio a Ursula von der Leyen. Un ragionamento legittimo ma miope, di corto respiro, tutto politicista. Il crinale su cui si muovono le scelte della destra è ben più rilevante che non quello della sua sorte nel Parlamento europeo che succederà alle prossime elezioni. E non si tratta nemmeno di questioni che riguardano soltanto la destra, perché il modo in cui si attraverserà quel crinale influenzerà il futuro prossimo nazionale. La questione non è relativa al dove intende collocarsi la destra di governo, ma a dove si pensa sia collocata e debba collocarsi l’Italia. Tema determinante e rispetto al quale Meloni non ha commesso errori, anzi le ha indovinate tutte. Perché una cosa è strillazzare standosene all’opposizione (poco, perché sono stati lungamente al governo nel corso della così detta seconda Repubblica), adagiandosi nel criticare senza prendersi responsabilità, altra è governare in una stagione in cui la politica estera impone di schierarsi. Il che porta a uno dei cardini della propaganda nazionalista e antieuropea della destra. Quelle che compongono l’Ue sono tutte democrazie. In democrazia gli elettori sono liberi di votare quel che credono (portandone la responsabilità), ma esistono dei vincoli. Quei vincoli sono stati raccontati dalla destra – come dalla sinistra estrema – come sottrazioni di libertà. Falso, perché funziona come all’interno dei confini nazionali di una democrazia: gli elettori sono liberi, ma dentro i binari costituzionali; se escono da quelli non scelgono una diversa politica, ma di demolire le istituzioni della libertà. La libertà, la sicurezza e la prosperità dell’Italia si collocano dentro l’Ue e dentro la Nato. Quella è la questione dirimente. Sostenere che von der Leyen sia di sinistra è immensamente ridicolo. Su di lei, su quell’equilibrio politico della Commissione, sono converse le maggioranze di governo europee perché quello era l’interesse nazionale che rappresentavano. Che questa sia la scelta futura del gruppo politico nel quale si trova FdI (per la Lega è escluso) è rilevante, ma viene dopo il fatto che quella sia la scelta del governo italiano. E il governo Meloni l’ha compiuta, dall’Ucraina a Israele. Il governo polacco era su una rotta diversa, ma gli elettori lo hanno punito. Quello ungherese è su una rotta di collisione che lo porterà ai margini dell’Ue, in infrequentabile isolamento. Il discrimine internazionale è ineludibile e chi sta con Putin sta contro l’Ue e la Nato. Dentro i binari costituzionali si può essere sinistra che reclama più spesa pubblica sociale o destra che pretende più rigore nei conti, così come ci si può scambiare quelle posizioni a seconda che ci si trovi al governo o all’opposizione (non bello, ma reale). Scassare l’equilibrio dei poteri significa svellere quei binari costituzionali. Vale dentro i confini nazionali e vale dentro quelli europei. Come vale su ogni altro tema. Meloni di governo viaggia su quei binari, mentre Meloni prima del governo aveva uno scartamento diverso. Conciliare e ricollocare è un problema politico. A noi interessa che il convoglio italiano, connesso a quello europeo e interno a quello occidentale, non deragli e corra verso una maggiore integrazione nella politica estera e di difesa.   di Davide Giacalone

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