Politica e difesa
La politica italiana tratta i cittadini come stupidi. I sondaggi descrivono la nostra opinione pubblica come contraria alle spese militari aggiuntive richieste dall’Unione Europea
Politica e difesa
La politica italiana tratta i cittadini come stupidi. I sondaggi descrivono la nostra opinione pubblica come contraria alle spese militari aggiuntive richieste dall’Unione Europea
Politica e difesa
La politica italiana tratta i cittadini come stupidi. I sondaggi descrivono la nostra opinione pubblica come contraria alle spese militari aggiuntive richieste dall’Unione Europea
La politica italiana tratta i cittadini come stupidi. I sondaggi descrivono la nostra opinione pubblica come contraria alle spese militari aggiuntive richieste dall’Unione Europea. È il risultato di un dibattito che nasconde la realtà delle cose.
La presidente del Consiglio e il suo partito si sono adeguati controvoglia ai programmi di riarmo varati a Bruxelles. Quei progetti che vengono aborriti. Dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle. E che fanno venire i bruciori di stomaco alla segretaria del Pd. Se stiamo alla narrazione della nostra politica, sembra che all’improvviso l’Europa sia stata infettata da una febbre bellicista. Che vuole sostituire il welfare con la corsa al riarmo.
Quasi tutti, con sfumature diverse, ci raccontano che è in corso un’operazione che nel migliore dei casi vuole favorire l’aggiornamento dell’automotive tedesca. E nel peggiore aggredire il pacifico e arrendevole vicino russo. Salvini lo dice chiaramente. Conte lo urla in piazza. Il Pd fa lo stesso affiancando però alle bandiere pacifiste quelle europee creando così ancor più confusione. Meloni vota con riluttanza il ReArm Europe ma preferirebbe che non si sapesse e chiede di cambiarne il nome per evitare equivoci.
Politica, il voltafaccia trumpiano
Nessuno ha il coraggio di raccontare la realtà di uno scenario geopolitico rivoluzionato dal clamoroso voltafaccia trumpiano. Che, dopo 75 anni di Nato, chiude di fatto l’ombrello difensivo statunitense sull’Europa. Di più. Washington vorrebbe stringere un patto di amicizia con l’ex arcinemico russo. Promuovendolo a partner politico e di affari (al nostro posto) per sottrarlo all’alleanza con la Cina. Una rivoluzione. Che dalle nostre parti viene taciuta. Sottovalutata. O al massimo derubricata a folklore passeggero di quel mattocchio di Trump. Mentre nel resto delle Capitali tutto questo ha costretto a riflessioni veloci e a nuove scelte strategiche.
In Italia è “diverso”
Da noi no. Il problema qui è ridotto a una scelta manichea fra pace e guerra. C’è un coro quasi unanime (uniche eccezioni Tajani e Calenda) in cui la politica italiana bolla come una pulsione allarmista se non guerrafondaia il nuovo sentiment europeo di smarrimento. Di fronte al cambio di rotta della Casa Bianca.
Meloni quando parla in casa fa capire che fosse per lei non comprerebbe neanche una pistola a tappi. Fingendo di dimenticare anche gli obblighi sottoscritti in sede di Alleanza Atlantica. Il Pd ricorre all’acrobazia logica di dichiararsi a favore di un futuribile esercito europeo ma contrario al rafforzamento oggi delle Forze armate dei singoli Stati. Salvini e Conte idealmente vicini come nei giorni belli del governo giallo-verde. Promettono che ogni centesimo disponibile verrà speso soltanto per anticipare le pensioni. O per creare nuovi bonus. Insomma. Un ipocrita pasticcio propagandistico. Nel quale cittadini vengono trattati come bambini. Ai quali non raccontare la scomoda verità del presente.
Politica, abbiamo diminuito per trent’anni le spese per la difesa
Eppure è tutto semplicissimo. Abbiamo diminuito per trent’anni le spese per la difesa. Confidando che la fine del comunismo fosse anche la definitiva conclusione di ogni problema ai nostri confini. Salvo scoprire oggi che non solo questo non è vero. Ma che l’amico americano, oltre a non aver più intenzione di garantirci la sua protezione, ci considera addirittura un traditore dei princìpi comuni di libertà e democrazia. Ma questo è tutto un altro dibattito. Resta il fatto drammatico che la politica italiana agisce guardando i sondaggi e non la realtà.
di Edgardo Gulotta
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