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Successo e polemiche per Geolier a Sanremo, parla Maurizio De Giovanni

La partecipazione di Geolier al Festival di Sanremo ha certamente fatto molto discutere. Le parole dell’intellettuale napoletano Maurizio De Giovanni sul rapper e Napoli
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Ha vinto con merito Angelina Mango, era tra le mie preferenze nella serata delle cover, ma ho fatto sinceramente il tifo per Geolier. In ogni caso, il rapper napoletano è la prova che il Festival di Sanremo ha un nuovo tipo di pubblico, quello dei ragazzi del rap, della trap, per cui non esiste la questione di Napoli criminale. Geolier conta già oltre 50 dischi di platino e non credo che i suoi pezzi siano ascoltati solo a Secondigliano…”. Così Maurizio De Giovanni, scrittore e intellettuale napoletano commenta a ‘La Ragione’ le fasi finali della 74esima edizione del Festival di Sanremo, connotate anche dalle polemiche generate intorno al grande sostegno popolare per l’artista napoletano. “In un momento in cui a pochi chilometri in linea d’aria dall’Italia ci sono in corso due guerre con centinaia di morti civili al giorno, è eccentrico che si aprano questi dibattiti nazionali e si generi una polarizzazione su temi di effimera natura. Ricostruiamo le priorità, come fatto da vari cantanti che hanno parlato di cessate il fuoco, la pace, oppure sulla questione agricoltori, o altri temi come vittime sul lavoro e violenze sulle donne. Vale la pena di fare un passo indietro, sinceramente”, riflette De Giovanni, che pure è stato tra i più critici, prima del via al Festival, sul testo presentato da Geolier in gara, che ha ottenuto il 60% delle preferenze al televoto. “Da cultore e appassionato che vive al tempo di oggi, non comprendo la sua lingua e non condivido neppure che sia considerata un’evoluzione linguistica. Non c’è novità nella sintassi che faccia pensare all’evoluzione della lingua napoletana, invece è una questione ortografica, sono due concetti differenti. I testi di Liberato, contemporaneo come Geolier, sono in napoletano corretto, senza scomodare Gragnaniello o Pino Daniele. Gli altri testi di Geolier non sono composti in questo modo, forse è stato un errore di immediatezza, incuria”, spiega l’intellettuale napoletano.

Una fetta dell’Ariston che si indirizza verso l’uscita quando Geolier è stato proclamato vincitore della serata delle cover, poi il flusso di allusioni attraverso i social (e una parte minoritaria di stampa e addetti ai lavori) sulla dubbia (presunta) provenienza dei voti per il brano canzone di Geolier: secondo De Giovanni la questione del ‘razzismo strisciante’ non è il punto centrale della questione – sebbene nel 25% dei messaggi social su Geolier c’è traccia di odio e razzismo verso Napoli, come rileva Fanpage – il segreto neppure nascosto del successo di Geolier sta nella musicalità della lingua napoletana che si presta particolarmente all’evoluzione del pop-urban italiano. “Ma anche ci fosse un sentimento anti Napoli, non condivido neppure la crociata di Geolier, che pure è un ragazzo di 23 anni che ha mostrato molta maturità per esempio nelle parole utilizzate in occasione della morte di GiòGiò Cutolo. Ma dove sta questa esigenza di riscatto?”, si chiede De Giovanni, “Napoli è la più raccontata in Italia nelle fiction, genera un interesse culturale potentissimo nel mondo, conta milioni di visitatori. E’ un errore porsi come paladino del riscatto di Napoli, piuttosto, se proprio vogliamo ragionare sulle reali motivazioni, si pensi sul Meridione che ha il Pil inferiore a quello greco, si pensi a un’area metropolitana da 3,5 milioni di abitanti che vive una grave crisi industriale, che vanta la più alta percentuale di dispersione scolastica in Europa e che rischia, con lo scellerato disegno dell’autonomia differenziata, di restare fuori dall’Europa in materia definitiva, su questo bisogna mettere mano, altro che la questione Geolier, con tutto il rispetto”.

di Nicola Sellitti

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