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Zelensky-Trump-Musk, triangolo di fuoco

Paniccia (ASCE): “Elon Musk, ufficiale di collegamento di Trump”. E su Zelensky: “Si è isolato internamente ed esternamente”

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Prima il giallo della telefonata (smentita) fra il Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, e il leader russo, Vladimir Putin. Poi le affermazioni del figlio dello stesso Trump, che hanno aumentato il dibattito sul futuro dell’Ucraina e del suo leader, Zelensky. Secondo Donald Trump Jr., figlio maggiore del tycoon, il suo mandato avrebbe i giorni contati: “Mancano 38 giorni alla perdita della tua paghetta”, ha affermato in un video.

Zelensky è il grande nemico di Putin, l’uomo che lo tiene in scacco da quasi tre anni, ma non mancano frizioni sulla sua figura anche tra gli alleati. “Zelensky è rimasto solo, perché ha commesso un grande errore: ha dimenticato che le guerre si vincono con gli eserciti, ma anche in squadra, con consiglieri e alleati. Lui, invece, ha eliminato diversi personaggi molto carismatici”, osserva Arduino Paniccia, analista di strategia militare e geopolitica, fondatore e Presidente della Scuola di Guerra Economica e Competizione Internazionale di Venezia ASCE. “Il più importante forse è il generale Valerij Fedorovyč Zalužnyj, ex comandante in capo delle forze armate ucraine e membro del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale di Kiev. Ha anche licenziato su due piedi l’ex ministro della Difesa Dimitri Kuleba, che aveva grande credibilità all’estero ed era riuscito a tessere alleanze importanti con i leader europei”, spiega Paniccia. 

Secondo l’analista oggi Zelensky accusa “un allontanamento da quello che era forse il suo principale sostenitore, cioè il Regno Unito (sia in termini di intelligence che di addestramento e forniture militari), così come dalla Francia di Macron e dalla Germania di Scholz (in crisi di suo, ndr). Detto questo – prosegue Paniccia – non credo che una sua sostituzione sia semplice, perché rappresenta pur sempre la resistenza ucraina: occorrerebbe una figura di grande carisma, specie per convincere i soldati ucraini ad accettare una pace non del tutto soddisfacente, dopo tanti combattimenti e perdite umane e materiali”. 

Il fatto che manchino due mesi all’insediamento ufficiale di Donald Trump alla Casa Bianca, non lo ha comunque fermato dal muovere i primi passi, direttamente o indirettamente. Ne è un esempio il diluvio di interventi di Elon Musk. 

“È la dimostrazione del nuovo corso statunitense, all’insegna dell’interventismo: altro che isolazionismo paventato da qualcuno – sottolinea Paniccia – Musk rappresenta l’esatto opposto e la sua figura è paragonabile a quella dell’ufficiale di collegamento di Trump: può parlare, telefonare, contattare pressoché chiunque, senza che il Presidente sia direttamente coinvolto, ma dicendo ciò che lo stesso Presidente pensa, in più aggiungendoci del suo. Non da ultimo è tra gli uomini più ricchi al mondo, quindi non deve ‘farsi pagare il biglietto aereo’ dal Dipartimento di Stato per incontrare chiunque”.

di Eleonora Lorusso

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