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2024

2024, un anno decisivo

Il 2024 si prospetta essere un anno decisivo: dai conflitti in Ucraina e Medio Oriente, passando per le elezioni europee, statunitensi, russe e non solo fino ad arrivare allo sport
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2024, un anno decisivo

Il 2024 si prospetta essere un anno decisivo: dai conflitti in Ucraina e Medio Oriente, passando per le elezioni europee, statunitensi, russe e non solo fino ad arrivare allo sport
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Il 2024 si prospetta essere un anno decisivo: dai conflitti in Ucraina e Medio Oriente, passando per le elezioni europee, statunitensi, russe e non solo fino ad arrivare allo sport
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Il 2024 si prospetta essere un anno decisivo: dai conflitti in Ucraina e Medio Oriente, passando per le elezioni europee, statunitensi, russe e non solo fino ad arrivare allo sport
Nothing changes on New Year’s Day. Speriamo in realtà che non sia davvero così, come cantava Bono degli U2 in “New Year’s Day”, ormai 41 anni fa. Non certo è più tempo della rivoluzione polacca, di Solidarnosc, non è tempo di ideali, illusioni e speranze. Di sicuro nell’anno che parte non si annulleranno di colpo solo per un auspicio i conflitti apertitra i vari conflitti apertiin Ucraina e in Medio Oriente. Nessuno si può illudere che bastino i buoni propositi e, se davvero vi fosse, un faticoso lavoro di mediazione per porre un freno deciso alla striscia di morti e attentati, soprattutto nell’area mediorientale, dove l’aria è bollente praticamente da sempre. Sarebbe già qualcosa però non ritrovarsi a imbattersi su siti e tg di immagini come quelle certificate dal New York Times sulle donne stuprate, mutilate da parte dei militanti armati di Hamas il 7 ottobre, durante l’offensiva contro Israele. Raramente si sono viste scene più crude e dolorose. Speriamo dunque che non tutto nel 2024 resti immobile, anche in casa nostra. La politica è attesa da elezioni Europee nella prima settimana di giugno. E molto prima ci saranno anche cinque tornate Regionali (Sardegna, Abruzzo, Umbria, Basilicata, Piemonte). Sarebbe un segnale almeno positivo che soprattutto per le elezioni europee – dove ogni partito corre per se stesso in una sfida con il proporzionale puro – non si assistesse a una campagna elettorale con toni da pollaio, come avvenuto nelle politiche dello scorso anno. Si spera che il livello di litigiosità sia composto e nei confini della civiltà, nella consapevolezza della complessità, non solo economica, della stagione vissuta dagli italiani. Sono, tra l’altro, elezioni dirimenti, che tracciano il quadro dei nuovi leader dell’Ue nella stagione della transizione energetica, per la definizione degli assetti futuri di clima ed energia. Senza dimenticare che ci sono attese elezioni negli Stati Uniti (a novembre), precedute da mesi incendiari sulle vicende che toccano Donald Trump, ex presidente, potenziale candidato alla Casa Bianca, sotto processo per aver fomentato l’assalto al Campidoglio di quasi tre anni fa e che attende il giudizio della Corte Suprema del Colorado che per ora gli impedisce di correre alle primarie repubblicane. Ma si vota anche in Russia, il 17 marzo, con Putin che si ritrova la strada spianata, tra media indipendenti soffocati e critici come Navalny spediti all’Artico russo. E si vota in diversi altri paesi, anche nel Regno Unito: si calcola che nel 2024 si recheranno alle urne quasi due miliardi di persone. Uno scossone, per le democrazie globali. Dunque, alludendo all’Italia, se non sobrietà, almeno contegno, almeno questo si potrebbe ottenere, considerando il valore delle tornate elettorali. Perché su altro c’è poco o nulla. Sui diritti civili, dopo l’affossamento del ddl Zan e dopo i fondi previsti nella Legge di bilancio su famiglia, disabili e sulla violenza sulle donne, dalle Camere non arrivano segnali, proposte di legge o iniziative parlamentari, che possano far pensare a un passo in avanti. Non è aria, insomma. Il 2024 è anche l’anno olimpico, l’anno dei fenomeni del nuoto e della scherma che di solito tengono in alto il medagliere dell’Italia. È l’anno degli Europei di calcio, con la nazionale italiana che è campione in carica. È l’anno, ma non è detto che lo sia e in questo caso le pressioni potrebbero essere eccedenti e controproducenti di Jannik Sinner, il nuovo asso dello sport italiano, atteso al varco già tra poco, in Australia. E chissà, l’anno della riscossa in casa Ferrari. Il titolo mondiale manca da 16 anni. di Nicola Sellitti La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

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