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Finlandia Svezia

EuroNato, la Finlandia e la Svezia

Finlandia e Svezia sono sicure democrazie che si sono tenute in una posizione di neutralità fino a pochi mesi addietro

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Finlandia e Svezia sono sicure democrazie che si sono tenute in una posizione di neutralità fino a pochi mesi addietro

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Finlandia e Svezia sono sicure democrazie che si sono tenute in una posizione di neutralità fino a pochi mesi addietro

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Finlandia e Svezia sono sicure democrazie che si sono tenute in una posizione di neutralità fino a pochi mesi addietro

La Lapponia non è soltanto l’evocazione di Babbo Natale, su cui pure il vertice ha molto giocato: c’è ben di più e se si è dimostrata consapevolezza del pericolo sarebbe il caso di farne dono all’opinione pubblica. Non per allarmare, ma per rassicurare che si ha la lucidità e la capacità di fronteggiare quel che accade. Ci vuole anche un po’ di coraggio, per la ragione che ora vediamo.

I due Paesi del Nord che sedevano al tavolo – Finlandia e Svezia – sono sicure democrazie che si sono tenute in una posizione di neutralità fino a pochi mesi addietro. La Finlandia aveva sperimentato la pesantissima influenza sovietica, ma era riuscita a conservare un proprio profilo d’indipendenza nazionale. La Svezia non era caduta in quella sfera di dominio ed era rimasta nell’area delle democrazie occidentali, ma senza legarsi in rapporti associativi e non a caso divenendo una sede di scambi diplomatici (e di intrighi spionistici, da cui non pochi film). Questi due Paesi, visto quello che Putin aveva fatto e continua a fare in Ucraina, visto il dispregio del diritto internazionale e la considerazione nulla per la legittima sovranità nazionale altrui, sono corsi a chiedere e ottenere di entrare nell’Alleanza Atlantica e nella Nato. L’incontro delle ore scorse era fra loro e due Paesi Sud della stessa Nato: Grecia e Italia.

Al termine dell’incontro la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha sottolineato che si deve tutti quanti capire che «la minaccia è molto più grande di quanto immaginiamo». Ha ragione e i contatti con chi ha confini direttamente esposti all’aggressività russa non possono che rafforzare tale convinzione.

Meloni ha un altro merito, che le è già stato riconosciuto ed è bene sottolineare: ha ammesso di avere sbagliato. Quando la Russia invase l’Ucraina nel 2014 e le democrazie occidentali decisero di sottoporla a sanzioni, lei e il suo partito – che erano all’opposizione – si dissero contrari nonostante fossero sanzioni colpevolmente blande. Ripeterono la più sciocca delle obiezioni, la cui incosciente inconsapevolezza si è trascina ancora oggi, benché su altre bocche: sanzionando la Russia sanzioniamo noi stessi e danneggiamo le nostre aziende. Ha riconosciuto di avere sbagliato. Bene, ora provi a unire quell’errore all’odierna consapevolezza e ne tragga altre e importanti conclusioni.

Putin è sempre lo stesso, ma cosa faceva, contro di noi, rappresentando il concreto pericolo che oggi si vede, cosa faceva prima di utilizzare direttamente le armi? Usava quelle della propaganda e dell’influenza sotterranea. Appoggiava e finanziava Le Pen in Francia, aiutava Farage nel Regno Unito e Alternative für Deutschland in Germania e aveva (aveva?) nell’italiano Salvini un suo fervido estimatore. Cos’hanno in comune questi soggetti? Due cose. La prima è di essere antieuropeisti: per loro l’Unione europea deve essere sfasciata e dall’euro si deve uscire. Sono rimasti antieuropeisti anche se le sconfitte li hanno indotti ad addolcire gli slogan, cosa che non è capitata a Farage perché lui ha vinto ed è veramente riuscito a far uscire il suo Paese dall’Ue.

La seconda cosa che hanno in comune è di essere nelle grazie, negli entusiasmi e negli aiuti promessi (se non già consegnati) di Elon Musk. Non prendiamoci in giro e non facciamo finta di credere che sia una questione di destra e sinistra, talché Musk ha tutto il diritto di essere molto di destra e amare i camerati, ma non è questo che pesa: è l’antieuropeismo.

Alla Meloni, che ha preso inequivocabilmente posizione accanto all’Ucraina e poi votato la nuova Commissione europea, dev’essere chiaro che europeismo e atlantismo sono due facce della stessa medaglia. Il che non toglie la possibilità di interessi diversi, ma non sulla sicurezza e sulla difesa. Gli Usa possono essere più o meno calorosi con l’Ue, ma non provare a sfasciarla. E se ci provano nel mentre tentano di venderci i satelliti per la difesa, la risposta dev’essere “no”. Sempre che alla sovranità si tenga davvero.

di Davide Giacalone

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