Esteri

L’attacco della Russia all’Ucraina presenta analogie con l’invasione della Cecoslovacchia del 1968. Il peccato originale di Zelensky, come quello di Dubček prima di lui, è stato quello di voler rompere il giogo della dipendenza da Mosca.

La Bielorussia è stata coinvolta nella guerra di Putin, relegata a retrovia militare e logistica delle truppe russe. Funzionari dell’intelligence Usa non escludono che Lukashenko possa alla fine gettare i suoi soldati nel conflitto.

Nei soldati russi mandati a combattere in Ucraina –o almeno in molti di loro– si è radicato l’odio nei confronti di quel popolo che resiste. È evidente dai racconti dei medici che a Zaporizhzhia stanno curando i militari rimasti feriti.

I toni della propaganda russa compensano la mancanza di vittorie.

Sono solo bambini. Ci illudiamo che le atrocità che il popolo ucraino sta subendo non riguardino anche loro. I fatti, purtroppo, raccontano altro.

È necessario prendere coscienza che il male fa parte della storia, ma che la distinzione tra buoni e cattivi è su un filo sottile quando si parla di guerra. Bisogna usare il buonsenso senza cedere al gioco dell’avversario.

Il disastro militare Russo visto da vicino, nei suoi punti cardine. Come la strategia d’attacco di Putin si è sgretolata davanti alla resistenza tenace del popolo ucraino.

La strategia di Putin si è sempre basata nel negare o nascondere la verità sui massacri e uccisioni dei civili. Ora più che mai, dopo le terribili immagini satellitari di Bucha, negare l’evidenza è diventato impossibile.

L’intervento di Volodymyr Zelensky in videocollegamento al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è stato in assoluto il più duro fra i tanti che il presidente ucraino ha pronunciato davanti a Parlamenti nazionali e sovranazionali.

La ginnasta ucraina Lilia Podkopaeva ha voluto condividere sul suo account Instagram la testimonianza della 16enne Katya, la cui vita è drammaticamente cambiata da quando Putin ha dato l’ordine di conquistare il loro Paese.

La ragione principale dell’attacco russo non è l’Ucraina. La ragione principale è l’attacco al nostro mondo, condotto a partire dal territorio ucraino.

Il primo ministro Viktor Orbán è stato nuovamente rieletto in Ungheria con il 53% dei voti, ma le destre nel resto d’Europa sono già cambiate.